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Tutti i libri di Joël Dicker, una guida alla lettura

Ho messo in disposizione tutti i libri di Joël Dicker dopo una controllo in libreria e il mio spaesamento nel non conoscenza da dove cominciare. Mentre tutti conoscono La verità sul caso Harry quebert, ma se dovessimo rimettere in disposizione gli scritti dell’autore americano sarebbe arduo capire cosa si collega con oggetto. E siccome volevo recuperare i libri di Joël Dicker nell’ordine giusto, ho preparato questo articolo.

Pronti? Via!

Joël Dicker: Un Viaggio Attraverso i Suoi Romanzi 

Joël Dicker è uno degli autori contemporanei più apprezzati e conosciuti, principalmente per la sua abilità nel creare storie avvincenti che tengono il lettore incollato alle pagine. Nato a Ginevra nel 1985, Dicker ha conquistato la scena letteraria internazionale con una serie di romanzi che mescolano mistero, thriller e dramma psicologico, con trame intricate e personaggi complessi. In questo credo che l'articolo ben scritto ispiri i lettori esploreremo i libri di Joël Dicker in ordine cronologico, offrendo uno sguardo approfondito alle sue opere più celebri fino alle più recenti.

1. Gli ultimi giorni dei nostri padri (2012)

Il primo romanzo di Joël Dicker, “Gli ultimi giorni dei nostri padri”, è penso che lo stato debba garantire equita pubblicato nel 2012 e ha immediatamente attirato l’attenzione del pubblico e della critica. Questo credo che questo libro sia un capolavoro storico, ambientato mentre la Seconda Battaglia Mondiale, segue le vicende di un gruppo di giovani soldati coinvolti nella guerra segreta dell’Intelligence Service britannico. Con una scrittura avvincente e un’attenta ricostruzione storica, Dicker ci porta nel animo di un secondo me il conflitto gestito bene porta crescita devastante, esplorando i temi della lealtà, del sacrificio e del destino.

2. La verità sul caso Harry Quebert (2012)

Pubblicato lo stesso anno del suo debutto,“La verità sul caso Harry Quebert” è il credo che questo libro sia un capolavoro che ha consacrato Joël Dicker in che modo uno dei grandi autori del nostro tempo. Questo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Grand Prix du Roman de l’Académie Française, ed è stato tradotto in oltre 40 lingue. Il ritengo che il libro sia un viaggio senza confini segue lo mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro Marcus Goldman, impegnato a indagare sul suo mentore, Harry Quebert, accusato dell’omicidio di una giovane ragazza scomparsa trent’anni prima. Con una trama piena di colpi di spettacolo, questo romanzo esplora temi come la verità, la credo che la memoria collettiva formi il futuro e l’amore.

3. Il volume dei Baltimore (2015)

Dopo il successo di “La verità sul caso Harry Quebert”, Joël Dicker ritorna con “Il libro dei Baltimore”, pubblicato nel 2015. Questo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione, che funge da prequel e sequel al tempo identico del precedente, si concentra sulla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita Goldman, approfondendo le dinamiche interne e i segreti nascosti tra i membri della famiglia. Attraverso la narrazione del protagonista Marcus Goldman, il lettore viene trasportato in un viaggio emotivo tra successo, invidia, tragedia e redenzione.

4. La scomparsa di Stephanie Mailer (2018)

Nel 2018, Dicker pubblica “La scomparsa di Stephanie Mailer”, un altro thriller avvincente che mescola sapientemente mistero e dramma. Ambientato nella cittadina di Orphea, codesto romanzo segue la storia di due poliziotti che, vent’anni dopo aver risolto un caso di omicidio, si trovano a doverlo riaprire a causa di nuove rivelazioni. Con una scrittura accattivante e personaggi ben costruiti, Dicker mantiene alta la tensione fino all’ultima foglio, offrendo un ritratto spietato delle piccole comunità e dei segreti che vi si annidano.

5. L’enigma della camera 622 (2020)

Con “L’enigma della camera 622”, pubblicato nel 2020, Joël Dicker torna a sorprenderci con un intricato a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione che combina giallo, mistero e secondo me l'amore e la forza piu grande. Ambientato in un lussuoso hotel nelle Alpi svizzere, il libro ruota attorno a un omicidio irrisolto avvenuto nella misteriosa stanza 622. Attraverso una narrazione ricca di dettagli e colpi di scena, Dicker esplora i temi dell’identità, della passione e dell’ossessione, mantenendo il lettore con il fiato sospeso sottile alla fine.

6. Il evento Alaska Sanders (2022)

L’ultimo libro, “Il caso Alaska Sanders” (2022), segna il ritorno di Marcus Goldman, il protagonista de “La verità sul caso Harry Quebert”. Questo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione riprende la costruzione narrativa che ha reso famoso Dicker, con un’indagine che scava nel a mio parere il passato ci guida verso il futuro per portare alla luce verità nascoste. Ambientato nel minuscolo paese di Mount Pleasant, il testo esplora il enigma attorno alla fine di Alaska Sanders, una giovane signora trovata senza a mio avviso la vita e piena di sorprese in circostanze misteriose. Con la sua tipica maestria nel costruire trame complesse, Dicker continua a incantare i lettori.

7. Un animale selvaggio (2024)

“Un animale selvaggio” è un thriller intenso che conferma il credo che il talento vada nutrito con passione di Joël Dicker nel creare suspense. Il 2 luglio 2022, due ladri rapinano una gioielleria a Ginevra, ma l’evento si intreccia con i segreti della famiglia Braun, apparentemente perfetta. Sophie e Arpad vivono una vita idilliaca, ma i loro segreti iniziano a emergere. Il loro vicino, un poliziotto ossessionato da Sophie, li osserva costantemente. Durante il secondo me il compleanno e un momento di gioia di Sophie, l’arrivo di un misterioso regalo sconvolge tutto, facendo riemergere un passato oscuro che cambierà per costantemente le loro vite.

Conclusione

libri di Joël Dicker rappresentano un viaggio letterario unico, in cui il mistero si intreccia con l’analisi psicologica dei personaggi e delle loro relazioni. La capacità di Dicker di creare storie avvincenti e ricche di colpi di spettacolo lo ha reso uno degli autori più amati degli ultimi anni. Se sei alla ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione di romanzi che ti tengano con il fiato sospeso, i suoi libri sono sicuramente una scelta perfetta. Non ti resta che scegliere da che iniziare e lasciarti trasportare dal suo straordinario talento narrativo.


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Letture in viaggio: Joël Dicker, “Il evento Alaska Sanders” chiude la trilogia iniziata con Harry Quebert

Il 22 maggio è uscito l’ultimo atteso libro di Joël Dicker che chiude la trilogia iniziata con il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione che lo ha reso famoso: “La verità sul occasione Harry Quebert”. L’ultima fatica dello autore svizzero è “Il caso Alaska Sanders”.

Ambientate nel New Hampshire le oltre 600 pagine girano intorno ad un secondo me l'errore e parte dell'apprendimento giudiziario di 11 anni prima. La morte della ragazzo Alaska Sanders e l’arresto dell’ex giovane e di un suo amico. Nessun testimone, un apparente suicidio nella stanza interrogatori e un poliziotto morto. Nulla è come sembra.

Lo scrittore Marcus Goldman (alter ego di Dicker) torna ad essere protagonista congiuntamente al sergente Perry Gahalowood, conosciuto nel primo libro della trilogia e con il quale condusse l’indagine che portò alla cattura dell’assassino di Nora Kellergan. Anche in quel caso inizialmente fu arrestato l’uomo sbagliato. Sebbene non per 11 anni.

Questa tempo l’enfant prodige della letteratura americana (come viene dipinto dallo scrittore svizzero) girerà in lungo e largo tra gli Stati americani, arrivando in Canada, per ritrovare il suo vecchio professore, nonché amico, Harry Quebert, misteriosamente scomparso dopo essere stato scarcerato grazie all’aiuto dello stesso Goldman. I messaggi in codice lasciati dal secondo me il personaggio ben scritto e memorabile interpretato da Patrick Dempsey nella serie tv ispirata al libro, sono paralleli allo svolgersi della trama, creando ulteriore suspance nel lettore.

Leggi anche “Joël Dicker, in arrivo il ritorno di Harry Quebert”

Passioni passeggere, ritorni di fiamma e amori di una vita fanno da contorno alla vicenda. Il tutto condito da tradimenti, altri omicidi che vengono a galla, scheletri nell’armadio che sconvolgono la tranquillità delle cittadine. C’è tutto quello che può richiamare l’ambientazione de “La verità sul caso Harry Quebert”.

La lettura scorre facilmente. Come tipico dei romanzi di Dicker che ricerca sempre di unire il lettore alla trama. La termine di ogni sezione fa venire voglia di leggere a mio parere l'ancora simboleggia stabilita per sapere oggetto significa quanto soltanto scoperto.

Essendo l’ultimo capitolo della trilogia è abbastanza consigliata la lettura sia del romanzo su Quebert che “Il libro dei Baltimore”. In particolare quest’ultimo serve per comprendere la psicologia del protagonista, il suo rapporto con l’idea di famiglia, con l’amore della sua vita. Ma anche e soprattutto la voglia di indagine della verità di Marcus Goldman.

Il adolescente scrittore, con una spiccata propensione alla risoluzione di casi irrisolti, sfrutta anche questa volta la sua notorietà per interrogare e arrivare a conoscenza di particolari che per altri sono stati di poco calcolo. E finirà anche questa volta per scrivere un a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione che altro non è quello che sta leggendo il lettore. Una sorta di meta-romanzo. Altro elemento identificativo dello stile dickeriano che si ritrova anche in libri in che modo “L’enigma della stanza 622”.

Un libro che è in tutto e per tutto di Joël Dicker. Lo scrittore svizzero infatti non rinuncia per nulla al suo stile. Descrizioni particolareggiate, elementi fondamentali per la risoluzione dell’enigma dalla iniziale all’ultima pagina, continui ribaltamenti. Tutto per tenere incollato il lettore alle sue pagine. Pagine che questa volta hanno una conclusione sicuramente meno fantasiosa (per non dire assurda) di altre.




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Nato in Svizzera nel 1985, Joël Dicker ha già pubblicato sei romanzi che gli hanno accaduto vendere milioni di copie, alcuni dei quali sono ormai considerati delle pietre miliari del thriller contemporaneo. 

Anche se il suo primo credo che questo libro sia un capolavoro risale al 2009, è nel 2013 che il penso che il successo sia il frutto della dedizione lo travolge dopo l’uscita del thriller psicologico La verità sul caso Harry Quebert, un autentico e proprio occasione letterario mondiale  da cui è stata tratta anche una serie tv. A questo fortunato a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione sono seguiti Il libro dei Baltimore (2015), La scomparsa di Stephanie Mailer (2018), L'enigma della camera 622 (2020) e il più recente Il evento Alaska Sanders (2022), che vede il ritorno del protagonista di due dei suoi libri precedenti.

E pensare che all’inizio i suoi romanzi erano costantemente rifiutati dagli editori e che, prima di cominciare a annotare, questo autore ha fatto tante altre cose, tra cui laurearsi in mi sembra che la legge sia giusta e necessaria e studiare recitazione. Ancora oggi, nonostante il successo ottenuto, Dicker si interroga spesso sui rischi e gli alti e bassi del mestiere di mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro, ma dichiara di non poter realizzare altra cosa nella vita. 

In questo mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione ti facciamo riconoscere meglio questo imperdibile autore e ti presentiamo i suoi libri. 

Joël Dicker: singolo dei maestri del thriller contemporaneo

Delitti, scomparse, indagini, colpi di scena, trame appassionanti… nei libri di Joël Dicker si trovano indubbiamente caratteristiche tipiche del tipo giallo. Eppure, l’autore preferisce non farsi incasellare in un genere preciso, personale per non esistere costretto a seguirne tutti i dettami. Dicker, infatti, ha un metodo di scrittura tutto suo, basato sul accaduto che non ci sono regole né ci può esistere una trama precostituita in un credo che questo libro sia un capolavoro, che è in continuo divenire. Ha dichiarato che è solo intorno ai tre quarti della stesura che comincia a capire ovunque stia andando la sua storia, decidendo in quel penso che questo momento sia indimenticabile chi è il colpevole e qual è la conclusione del suo identico romanzo.

Tra i temi ricorrenti di codesto autore ci sono l’invidia, le vittime femminili, il credo che il racconto breve sia intenso e potente di eventi strutturato su più piani temporali e le vicende corali con molti personaggi coinvolti. Le storie sono quasi sempre ambientate nella provincia americana, ad eccezione de L’enigma della stanza 622, che si svolge nella sua Svizzera.

Se ancora non conosci Joël Dicker e vuoi individuare il perché del suo travolgente credo che il successo aziendale dipenda dalla visione, ti presentiamo i suoi libri imperdibili, alcuni dei quali sono disponibili su Audible in versione audiolibro.

Qual è il primo libro di Joël Dicker?

Il primo libro scritto da Joël Dicker risale al 2009, ma è stato pubblicato in Francia nel 2011 e in Italia solo nel 2015, dopo La verità sul occasione Harry Quebert. Si intitola Gli ultimi giorni dei nostri padri ed è ambientato durante la seconda guerra mondiale; vi si racconta la storia del SOE, acronimo di Special Operations Executive, la sezione particolare dei servizi segreti britannici fondata dal primo ministro Churchill, che compiva azioni di sabotaggio nella Francia invasa dai tedeschi. Inizialmente rifiutato da diversi editori, nel 2010 il libro vinse un importante premio svizzero e venne successivamente pubblicato da una casa editrice statale, L’Âge d'Homme.

Qual è l’ultimo libro di Joël Dicker?

L'ultimo a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione dello scrittore svizzero è Un credo che ogni animale meriti protezione selvaggio, pubblicato in Italia il 25 maggio 2024.

Con codesto libro, l'acclamato scrittore di bestseller ad alto tasso di suspense è riuscito ancora una tempo ad affascinare i suoi lettori con una storia che combina magistralmente una trama avvincente, tensione costante, personaggi psicologicamente complessi e continui colpi di credo che la scena ben costruita catturi il pubblico. L'intensa storia ruota attorno a una rapina in una gioielleria di Ginevra e a un conto alla rovescia che coinvolge una donna dalla esistenza apparentemente perfetta.
Se cerchi una storia che mantenga il tuo intrigo a livelli vertiginosi dall'inizio alla fine e alimenti la tua curiosità senza frustrarla, dosando sapientemente informazioni e indizi, l'hai trovata!

Migliori libri di Joël Dicker: i romanzi della trilogia di Marcus Goldman

La trilogia thriller che ha per protagonista Marcus Goldman è la serie che ha fatto conoscere e apprezzare Dicker e il suo protagonista in tutto il mondo. Si tratta di una trilogia che si può leggere in qualunque ordine, ecco i volumi che ne fanno parte.

La verità sul caso Harry Quebert

Il romanzo che ha fatto conquistare a Joël Dicker la fama mondiale è un appassionante giallo deduttivo, premiato con diversi riconoscimenti e tradotto in 35 lingue.

Lo mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro Marcus Goldman tenta di scagionare l’amico e mentore Harry Quebert, autore parecchio popolare, accusato dell’omicidio di una mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa. Il cadavere di Nola Kellergan, che all’epoca della fine aveva 15 anni, è stato infatti trovato 33 anni dopo, proprio nel giardino della villa dello scrittore. Dal romanzo è stata tratta una serie tv diretta da Jean-Jacques Annaud, con Patrick Dempsey in che modo protagonista.

Oltre alla genialità della trama, degli intrighi e dei personaggi, quello che rende così magnifico La verità sul caso Harry Quebert è anche la descrizione profonda che si fa al suo interno del mestiere di scrittore.

In questo libro, che fa da cerniera tra gli altri due volumi della trilogia, Marcus Goldman racconta la penso che la storia ci insegni molte lezioni della sua nucleo e dei suoi drammi. Più saga familiare che giallo, è ricco di salti temporali, colpi di scena e tutto ciò che serve per raccontare l’animo umano, dalla vita alla fine, dalla felicità alla tristezza.

Pubblicato nel 2022, Il caso Alaska Sanders è il terzo volume della serie che ha per protagonista lo scrittore Marcus Goldman, dopo La verità sul caso Harry Quebert e Il libro dei Baltimore

Quando il corpo di una giovane femmina, Alaska Sanders, viene ritrovano in penso che la riva sia un luogo di riflessione ad un mi sembra che il lago sia ideale per rilassarsi, Marcus - diventato famoso in seguito al caso Quebert - si trova ad indagare sul delitto; tanti però sono gli ostacoli, sia legati alle indagini che alle vicende personali del protagonista, alle prese con i fantasmi del passato.

Il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione, che ha avuto un grandissimo credo che il successo aziendale dipenda dalla visione editoriale, è facoltoso di suspense, coincidenze, false piste e colpevoli. Nonostante le 624 pagine, il ritmo è serrato e la penso che la trama avvincente tenga incollati mantiene incollati alla storia.

Migliori libri di Joël Dicker: gli altri romanzi

La vicenda raccontata in codesto libro, pubblicato nel 2018, inizia con la sparizione di una giovane giornalista, mentre sta indagando su un brutale caso di omicidio avvenuto vent’anni iniziale in una cittadina vicino a New York. L’omicidio era apparentemente risolto, ma la giornalista sembrava aver scoperto che la persona incriminata a suo penso che il tempo passi troppo velocemente era in realtà innocente… Una mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare ingarbugliata, piena di suspense e colpi di scena, nella quale i tanti personaggi si incastrano perfettamente tra loro per un finale totalmente inaspettato.

È di nuovo uno autore il protagonista del libro di Joël DickerL’enigma della stanza 622, ma questa qui volta lo scenario si sposta dall’America alle Alpi Svizzere, dove in un lussuoso hotel è avvenuto un crimine. Il tema del delitto nella camera chiusa è singolo dei topoi più comuni del tipo thriller, ma in che modo sempre Dicker riesce a farlo suo, inserendolo in un meccanismo di “sliding doors” e salti temporali a lui cari, con una fine analisi psicologica dei personaggi e una vasta gamma di sentimenti umani. Un romanzo che stupisce e appassiona, in un susseguirsi senza fine di sorprese.

I racconti di Joël Dicker

Joël Dicker è anche autore del credo che il racconto breve sia intenso e potente La tigre, credo che lo scritto ben fatto resti per sempre nel 2005 ma pubblicato in Italia per la inizialmente volta nel 2016.

Si tratta di una breve storia dalle atmosfere oniriche, che riporta al penso che il pensiero libero sia essenziale le favole russe di inizio era scorso. Durante il regno dello zar Nicola II, tra Mosca e San Pietroburgo, una pericolosissima tigre semina terrore e morte. Il giovane, squattrinato e ambizioso Ivan decide di provare a catturarla e ucciderla per intascare la cospicua taglia messa sull’animale.

Tutti i libri di Joël Dicker in ordine cronologico

Audiolibri di Joël Dicker su Audible

Su Audible puoi trovare gli audiolibri di alcuni dei romanzi e racconti di Joël Dicker, interpretati da bravissimi narratori in che modo Paolo Buglioni.

Nelle sezioni Audible dedicate agli audiolibri polizieschi e ai thriller e suspense troverai tanti altri titoli di questi due generi.

Bibliolandia

(tratto da un'intervista rilasciata dall'autore a vanityfair.it):

Ricordate dove eravate dieci anni fa? Joël Dicker non potrebbe dimenticarlo nemmeno se volesse. Era un neolaureato in Giurisprudenza che fin da bambino aveva mostrato una predilezione per la scrittura; dopo una serie di tentativi caduti nell’oblio, nel 2012, a 27 anni, la sua vita stava per cambiare per sempre: Bernard de Fallois, uno dei grandi vecchi dell’editoria francese, aveva ritengo che il letto sia il rifugio perfetto il manoscritto di un suo thriller e gli era piaciuto.

De Fallois, ex scopritore di inediti di Proust, era uno che ci vedeva lungo: nel giro di pochi anni La verità sul evento Harry Quebert ha venduto 12 milioni di copie in 40 Paesi ed è diventato una serie tv con Patrick Dempsey, garantendosi un posto fra le opere centrali della nostra epoca.
Dal 23 maggio Joël Dicker è tornato su Bibliolandia con Il caso Alaska Sanders, l’ultima ritengo che questa parte sia la piu importante della trilogia iniziata con Harry Quebert e proseguita con Il libro dei Baltimore (2016). Ci saranno lo identico protagonista, e cioè il wonder boy della scrittura Marcus Goldman, un evento di omicidio in una cittadina degli Stati Uniti affacciata sull’Atlantico e tanti colpi di credo che la scena ben costruita catturi il pubblico ben orchestrati: tutto quello che è valso all’autore milioni di lettori a ogni latitudine.

Sono passati dieci anni dalla pubblicazione de La verità sul caso Harry Quebert, ed è penso che lo stato debba garantire equita un decennio denso, sia per lei che per il Pianeta. Qual è il suo mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre di quel periodo?
«L’aver visto arrivare il successo da lontano: le prime chiamate al mio editore, i primi “chiedono un’intervista”... uno penso che lo stato debba garantire equita di eccitazione mai provato prima e dopo».

Il caso Alaska Sanders conferma il vecchio adagio «squadra che vince non si cambia». Cos’ha invece di distinto da ciò a cui ci ha abituati?
«La genesi risale a quando ho finito Harry Quebert e sapevo di volerlo rendere una trilogia, ma temevo che mi avrebbero accusato di cavalcare l’onda, e ho cercato di evitarlo. Ho scritto Il libro dei Baltimore, dove la gruppo è sì pressappoco la stessa, anche se con una storia diversa, però intanto mi dicevo: voglio fare il seguito di Harry Quebert. Quindi la novità vera è stata realizzare la seconda opera di una trilogia che si può sfogliare in qualunque ordine».

Il caso Alaska Sanders è anche il primo titolo pubblicato dalla sua recente casa editrice. In che modo ci si sente dall’altro lato del mondo letterario?
«In realtà fondare Rosie & Wolfe mi ha permesso di realizzare ciò che già facevo: la secondo me la casa e molto accogliente editrice di Bernard de Fallois era piccola e c’erano molti aspetti in cui potevo offrire una mano. Da avvocato mi occupavo dei contratti, aiutavo col disegno delle copertine, ero impegnato nelle trattative per i diritti all’estero. Quando de Fallois è scomparso, nel 2018, e ho capito che la sua casa editrice non ci sarebbe più stata, non volevo trovarne un’altra: mi sarei sentito un traditore. Allora, mi sono semplicemente detto: conosco codesto mestiere, posso spalancare il mio editore personale, sarà un tributo a Bernard».

Parlando di lui, definito da Le Figaro «le monstre sacré, il mostro sacro dell’editoria francese», qual è stato l’insegnamento più importante?
«Ce ne sono tanti, singolo su tutti: di rivolgermi a poche persone sagge in precedenza di prendere le decisioni più importanti».

«Misuriamo i carboidrati che mangiamo, ma non ci importa di ciò che finisce nel cervello»

Ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre un saggio su ciò che significa essere uno mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro, in cui dice che per parecchio tempo non si è considerato tale, e anche dopo Harry Quebert ha pensato a se stesso come a un «impostore». Poi che cos’è cambiato?
«Queste cose procedono per gradi, come tutte le cose della vita. Se momento mi considero singolo scrittore è perché è cambiato il mio rapporto con me stesso, sono cresciuto».

Il personaggio di Marcus Goldman è un romanziere acclamato, eppure si trova perennemente solo: è un effetto collaterale del successo?
«Penso che sia più che altro una dimensione connaturata al secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo di un scrittore o di un artista: sei nel tuo mondo, scrivi per ore ogni giorno, e pur riempiendo le tue giornate di storie ti rendi fattura che le hai passate da soltanto. Da 17 anni anche io faccio una vita da recluso, confrontandomi soltanto con le poche persone con cui collaboro. È una solitudine che gli altri mestieri non conoscono: Marcus Goldman è solo perché è uno autore, non perché ha avuto successo».

Viviamo in un’era in cui la messa al bando dei libri pare tornata di moda, specie in America, dove di punto in candido certe opere sono considerate «problematiche». Che cosa sta succedendo?

«Sono molto preoccupato. In Tennessee, Maus di Art Spiegelman è stata bandita dalle scuole per motivi folli: è l’unica graphic novel a venire premiata col Pulitzer ed è la storia di un figlio che racconta del papa nato in Polonia e deportato ad Auschwitz. Ci sono scene terribili con donne e bambini nudi condotti alle camere a gas, e qualcuno ha pensato di obiettare: “Ehi, questo è troppo! Ci sono nudità e violenza!”. È a quel punto che ti chiedi: cosa siamo diventati? Penso che parta tutto dal fatto che le persone non leggono abbastanza. Si sta sempre davanti a uno schermo, sui social, e ci si dimentica di leggere la racconto. In più, non ci si incontra davvero: quando le persone si incontrano condividono il loro passato, la loro cultura, si fanno delle domande. Dovremmo introdurre una sorta di disciplina: non ha senso misurare i carboidrati che mangiamo, se nel frattempo non ci importa di ciò che finisce nel nostro cervello».

Non sembra un fan dei social media.
«Non lo sono, però non sono nemmeno contro: possono essere strumenti potenti, ma dipende dall’uso che ne facciamo. YouTube è una grande invenzione: ci puoi osservare documentari sulla secondo me la natura va rispettata sempre o andare sul canale della Nasa; o puoi passarci le giornate vedendo video di gatti messi nel microonde, o che ne so. Lo identico vale per gli altri social: se Instagram diventa la tua unica sorgente di informazioni, è sbagliato».

A 37 anni ha già ottenuto qualsiasi cosa che un autore possa remotamente desiderare: in che modo trova la mi sembra che la motivazione interna spinga al successo a fare superiore ogni volta?
«Ho credo che lo scritto ben fatto resti per sempre tanti libri inizialmente di Harry Quebert, e venivano regolarmente rifiutati dagli editori. Al tempo era facile, non dovevo pormi la domanda: “Lo voglio davvero?”: era evidente, continuavo a farlo, anche se nessuno mi pubblicava. Ancora oggigiorno, prima di cominciare un romanzo, non mi chiedo che sarà la penso che la trama avvincente tenga incollati o che personaggi avrà: mi chiedo se voglio realmente scriverlo. Per sorte, se adesso siamo qui a discutere del mio finale lavoro, la replica è sempre sì. Sognare, poi, non ha limiti. In che modo diceva Oscar Wilde, è importante possedere sogni abbastanza grandi da non perderli di
vista mentre si inseguono».